Betto è un pittore figurativo, immerso in un impegno continuo, teso ad affinare uno stile e un modo di raccontare funzionali al suo carattere. Lo sforzo che compie non si palesa nonostante la mole dei dipinti che esegue, perché tutto sembra frutto di naturalezza e spontaneità. Egli ama entrare in gioco nella vita che lo circonda, ritraendo tutto e il possibile, perché nulla gli è estraneo.
Il fatto che si definisca "pittore veneto di pianura", ottimista e onnivoro, lo inquadra come artista e lo identifica caratterialmente come uomo.
Come artista, racconta gli uomini, le cose e gli ambienti della sua terra, con tocco sicuro, prendendo spunto dalla realtà per metabolizzarla e rigettarla con compulsivi conati, ricchi di colore, e d'ironia; come uomo partecipa all'azione, vi si introduce, talvolta la manomette arricchendola di significati perché la rappresentazione sia traguardo o paletto di confronto del percorso finora compiuto. Non c'è malinconia nelle sue opere, né stridore, né contrasto, ma bonomia e positiva visione della vita nella consapevolezza della propria vis pittorica.
Ritrae con partecipazione le persone, che ritiene metro del mondo circostante, colte nell'essenza dell'atto o immerse in una realtà che sfugge alle stesse, ma non al suo occhio. La creazione è in fieri, operazione dolorosa, cede subito lo spazio ad un sentimento di fluida rilassatezza, dove la mano segue docile la regia di un abbandono estetico, che gli fa trascendere la verità, per la verosimiglianza.
Nelle sue opere ci colpisce la costruzione sapiente dei volumi ed i continui rimandi coloristici, per cui tutto si fonde in un'amalgama dosato ed equilibrato.
All'improvviso, però, un tocco, un guizzo, un segno, perché lo sguardo non si compiaccia di se stesso, ma continui a cercare oltre l'apparente.
...Nessun soggetto gli è estraneo, perché l'artista è prima artigiano e poi pittore.
In Betto, la fusione della competenza tecnico-creativa con quella ispirativa, si trasformano in una tavolozza ricca e smagliante, capace di illuminare non solo gli occhi, ma anche l'animo e la mente...
Il pittore offre il proprio lavoro agli sguardi interessati o curiosi, perché lo saccheggino di ogni presente emozione...
(Fiorenzo Rizzetto, insegnante, scrittore e critico d'arte - 1997)
Betto è un pittore onnivoro che affronta con la stessa determinazione i più svariati filoni del figurativo spogliandoli e rivestendoli con colori e forme ogni volta diversi.
Senza timori reverenziali, in questo suo procedere accumula con esiti felici una ricchezza di contenuti e una abilità materiale veramente notevoli. Autodidatta, ma supportato da una solida formazione classica, muove da un figurativo riconoscibile che diviene pretesto per divagazioni coloristiche ed inesauste sperimentazioni tecniche, nella ricerca di una graduale separazione dalla realtà e dalla materia.
Costante è la ricerca di equilibri tra forme colori che diventano "instabili" proprio nel trapasso da una fase all'altra. L'effetto bozzettistico di alcuni lavori (pittura alla prima) ne rivela l'abilità raggiunta e la freschezza. Nei lavori più complessi e ragionati si nota la perenne ricerca dell'armonia e dell'equilibrio, il tutto avvolto da un pizzico di ironica e stupita meraviglia che ci dà l'immagine dell'uomo.
(P. R.)
...nell'arte di Lucio Betto, la natura caratteriale dell'autore e lo stile pittorico trovano una felice ed energica convergenza.
Nei suoi racconti, ispirati a più temi - la figura, le nature morte, gli amatissimi paesaggi della campagna veneta - non troviamo descrizioni o dettagli, ma idee e suggestioni.
Le reazioni emotive, provate dinanzi alla splendida vitalità del paesaggio, alla magia della trasfigurazione sentimentale, innanzi al corpo femminile, si rivelano nella sensibilità gioiosa del colore che si posa su tutto ciò che è vivo e fragrante.
L'evocazione della realtà filtrata dal ricordo è resa con originali e talvolta arditi cromatismi, con impetuose atmosfere gestuali e calibrate sintesi formali.
Quello che colpisce è la compattezza spaziale che avvolge i temi, insieme al respiro dinamico dell'estemporaneità.
In Betto l'immediatezza della visione si impadronisce di ogni elemento al di là delle circostanze, delle ore, delle stagioni. Assoluto protagonista è il colore che riflette l'energia vitale di ciò che egli vede e diviene quasi contatto fisico.
L'osservatore è sospinto da un punto all'altro del quadro, con un senso di irrefrenabile dinamismo e frenetica mobilità. I dati figurativi si articolano vivamente dal fondo al primo piano per accostamenti di superfici.
Alberi, campi coltivati, sinuose figure femminili, vivide nature morte, tutto compare di fronte a noi con lo stesso spessore interpretativo. Non c'è dissolvenza nei quadri dell'autore, tutto si fa emozionalmente vicino, fisicamente tangibile.
È chiaro che le atmosfere dell'espressionismo toccano profondamente la sensibilità dell'artista, il quale pur partendo da una idea razionale delle cose, alla fine obbedisce ad un concetto emozionale della realtà, ad una declinazione gioiosa delle tonalità.
Il pittore vive del suo lavoro, ne esalta l'anima al punto che oggettività e soggettività si fondono, la ragione e il sentimento si dissolvono in un "unicum" che unisce armoniosamente tecnica ed emozione.
(Gabriella Niero)
Lucio Betto ritratto da un'amica pittrice